La posizione della Società Italiana Trapianti d’Organo (SITO)
La nostra società concorda sulla possibilità di utilizzare gli immunosoppressori equivalenti per la prevenzione del rigetto acuto e cronico dopo trapianto d’organo solido. Tuttavia afferma l’importanza del rispetto di alcune procedure per garantire maggiore sicurezza al paziente:
- ribadisce l’importanza che il cambio di terapia sia deciso dal medico specialista, esperto di trapianto, in modo che possa selezionare i pazienti più idonei ed attuare un programma di monitoraggio clinico adeguato.
- sconsiglia di attuare un cambio di terapia in più pazienti contemporaneamente, per ovvie difficoltà ad attuare un corretto monitoraggio clinico.
- suggerisce, in attesa di acquisire maggiore esperienza, di valutare con attenzione l’uso di immunosoppressori equivalenti in pazienti a maggior rischio di rigetto, o per tipo di trapianto (polmone, pancreas, cuore) o per motivi immunologici.
- raccomanda di informare correttamente i pazienti, in modo che possano conoscere le ragioni del cambio, i rischi e benefici connessi, ed imparino a distinguere la propria formulazione equivalente in modo da non sostituirla con altre (evento che diventerà sempre più probabile in futuro)
- consiglia di evitare l’uso di farmaci equivalenti che non rispettino le più recenti direttive dell’Autorità Regolatoria Europea (EMA)
- consiglia di preferire, in questa prima fase, l’uso dell’equivalente nei pazienti “de novo” anziché in quelli già in terapia.
Per approfondire la conoscenza dell'argomento consigliamo: http://www.societaitalianatrapiantidiorgano.com/documenti/Farmaci_generici_SITO.pdf
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